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venerdì 31 dicembre 2010

Dell'esistenza di Babbo Natale


E' successo che l'altro pomeriggio unamammatralenuvole abbia azzardato un invito multiplo di bambini, maschietti e femminucce, tra i quattro ed i sette anni e mezzo.
Così.
Tanto per ricordarsi che è anche una mammachioccia.
Tanto per zittire la sua coscienza di mammachelavorasempre.
Fatto sta che intorno alle 17 si è riversata una minivalanga tra l'ingresso, il corridoio e la camera dei lemmings.
E la babysitter non era ancora arrivata.
Comunque sia, ad un certo punto della follia, tra chi voleva giocare con la Wii, chi con le costruzioni (nota: quelle piccole, mica i duplo eh) e chi desiderava colorare con la tempera, un microbo ha profferito le seguenti parole:
 - cosa avete avuto dai vostri genitori per Natale? -
Unamammatralenuvole con l'occhio esperto ha visto sul visuccio dei lemmi un'aria di smarrimento mista a delusione.
- ma come mamma, non ce li ha portati Babbo Natale i nostri regali? -
Panico.
- ma sìììì, il vostro amichetto - mannaggia a lui e a tutta la stirpe passata e futura - voleva dire che la mamma ed il papà hanno spedito la letterina di Babbo Natale e hanno messo l'indirizzo di casa  per la consegna, mica ce l'hanno tutti un camino da cui scivola il Babbo!
E poi qualcuno che aspettasse i doni e li sistemasse sotto l'albero ci voleva, e l'hanno fatto loro !
Per questo lo stranano pensa che siano stati loro!!! -
Unamammatra le nuvole non ha la più pallida idea dell'effetto che abbia avuto questa storia sui lemmi e sui loro amici.
E a tal proposito nel cuore della notte si è ricordata un capitolo del libercolo che ha letto sui bambini, quello di Suzanne Vallières, che tratta proprio delle domande dei genitori su quando sia il momento migliore per dire la verità ai propri figli.
La risposta?
" non private i bambini di questa gioiosa fiaba che si rinnova ogni Natale e che è dedicata solo a loro. I bambini hanno bisogno di rifugiarsi in una dimensione fantastica per poter evadere o, occasionalmente, per potersi proteggere dalla realtà del mondo esterno, spesso tanto esigente e costrittivo. E' una fuga necessaria persino per gli adulti, figuriamoci per un bambino!
Lasciamo dunque senza timori che i nostri bambini continuino a credere a Babbo Natale, al topolino dei denti da latte, al coniglietto di Pasqua e a tutti quei personaggi che nutrono la loro fantasia".
E la bravissima autrice ci ricorda alcune parole di Christian Lehmann, autore di romanzi e libri per bambini:
" Io non so se si debba credere a Babbo Natale, nè fino a quale età. Quello che so è che detesto coloro che credono malignamente di dover distruggere i sogni dei bambini prima che abbiano il tempo di essere loro stessi a dover dire addio ai propri sogni".
 Parole sante, signora mia!!

sabato 27 novembre 2010

Un piccolo contributo


La rappresentante di classe del Lemmo uno mi chiama la settimana scorsa e mi dice:
- offerta di beneficenza natalizia? -
- certo - rispondo - anzi ne prendo due - aggiungo - pensando alla lotta disperata del secondonano, fino all'ultimo capello in testa del primonano che non avrebbe mai ceduto l'omaggio.
Io sono favorevole ad ogni forma di aiuto benefico, dalla monetina alla signora che vive per strada alla vendita delle azalee della ricerca o delle arance della salute o ancora delle candele di associazioni di volontariato per l'assistenza domiciliare ai malati.
Spesso nelle piazze della mia città appaiono gazebi di associazioni di ogni tipo per la raccolta di fondi da destinare ai loro scopi benefici.
Ma l'associazione per la quale ho donato solo qualche spicciolo, in cambio di graziosissime candeline di Natale (qui a fianco), non la conoscevo.
E me ne vergogno un po', perchè aiuta i genitori che lottano in silenzio ogni giorno accanto ai loro bambini, tutti i giorni dell'anno, tutti gli anni.
Altro che solidarietà! 
"L'agebeo  Associazione genitori bambini emato oncologici - leggo - nasce nel 1990  dalla volontà di un gruppo di persone sensibili al problema della leucemia infantile.... opera da 15 anni all'interno della Pediatria Emato-Oncologica "F. Vecchio" dell'Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari per lavorare a contatto con i bisogni e le necessità dei pazienti affetti da tumori infantili".
Sono felice di aver dato un piccolo contributo anche io.